Giovani generazioni e sperimentazione

di Pier Paolo Pacini, Direttore Centro Avviamento dell’Espressione-Fondazione Teatro della Toscana

Credo che questo sia oggi uno dei temi centrali che l’impresa dello spettacolo deve affrontare. Ma il problema è che parlando di giovani spesso si rimane a livello di dichiarazioni che rischiano di rimanere velleitarie.

Nella mia esperienza di responsabile del centro pedagogico della Fondazione Teatro della Toscana, ho riscontrato che le maggiori difficoltà che le nuove generazioni incontrano sono molto concrete, come reperire spazi di incontro e di prova, affrontare i costi di gestione, accedere alle varie possibilità di finanziamento.

Tra i compiti del teatro pubblico un compito centrale dovrebbe essere quello di supportare i giovani in tutti questi ambiti. Il cosiddetto teatro di tradizione, così come il cosiddetto teatro di ricerca, hanno un sistema che li sostiene. È necessario un sistema che investa non solo sul nuovo “consolidato”, ma sul nuovo che sarà.

È necessario inserire il tema “giovani” all’interno dei progetti e della programmazione del teatro pubblico come attività centrale, non collaterale, indipendentemente dalle eventuali incentivazioni che ci possono essere.

Come Teatro della Toscana stiamo facendo una grande riflessione su questo tema, partendo dalla specifica situazione della Fondazione che ha al suo interno il Centro di Avviamento all’Espressione, il CAE, fondato da Orazio Costa con lo scopo di attuare la sua metodologia pedagogica per formare una nuova figura di attore in grado di confrontarsi con la drammaturgia contemporanea, con la consapevolezza del fatto che non può esistere una nuova drammaturgia senza un “attore nuovo” che sappia restituircela.

Sulla base di questa idea il CAE negli ultimi anni ha visto ampliare il suo ambito di azione all’interno delle attività della Fondazione, diventando il punto di riferimento di un percorso collegato ai giovani, che abbiamo cercato di definire, almeno nelle sue linee essenziali, con i sei punti di un Manifesto per un Nuovo Teatro:

  1. Il Teatro d’arte nasce dal rapporto tra giovani e maestri: trasmissione e scambio sono i principi su cui si fonda ogni realizzazione;
  2. La materia prima testuale è la letteratura italiana, la lingua italiana in ogni sua forma e declinazione per un teatro di parola;
  3. La dotazione economica per ogni realizzazione sarà delimitata, limitata e sempre uguale.
  4. Ogni attore è chiamato a sperimentarsi in ogni mestiere del fare teatro per divenire strumento totale, creativo e consapevole di un teatro nuovo;
  5. Costumi, scene e apparati sono realizzati dal Laboratorio d’arte del Teatro della Toscana.
  6. Rigore, umiltà, integrità e sincerità sono il metro di valutazione di ogni realizzazione, decisivi per la sua messa in scena;

Teatro della Toscana sta cercando di impostare il lavoro del prossimo triennio sulla base di questo manifesto seguendo questi step:

  1. Iniziando da una Scuola per Attori che alla fine del periodo di studio coinvolga i diplomati in un vero percorso di avviamento al lavoro (si veda l’esperimento al Teatro Niccolini con il gruppo dei Nuovi);
  2. Continuando con la volontà di dedicare uno spazio all’interno del teatro della Pergola permanentemente dedicato al lavoro dei giovani;
  3. Prevedendo una nuova modalità produttiva che veda i giovani al centro degli investimenti della Fondazione sulla base del nostro manifesto e avendo come temi l’educazione, l’ambiente, la scienza, i rapporti sociali, l’integrazione. Un “teatro civile giovane” con i giovani come protagonisti, volto ai temi della contemporaneità, attento alle dinamiche internazionali.

 

Intervento da LuBeC 2021, convegno “Imprese dello spettacolo”