L’Istituto degli Innocenti, un patrimonio aperto alla comunità

di Antonella Schena – Istituto degli Innocenti di Firenze

(da LuBeC 2021)

L’Istituto degli Innocenti, nato nel 1419 per accogliere l’infanzia abbandonata, è oggi un’azienda pubblica di servizi alla persona riconosciuta dalla Regione Toscana che, oltre a proseguire la sua missione originaria di accoglienza di bambini e madri in difficoltà, ha sviluppato nuovi ambiti di attività nel campo dell’educazione, della ricerca, formazione e documentazione. Da sei secoli l’Istituto è impegnato nella tutela e nella promozione dei diritti dell’infanzia e nel suo lungo percorso di attività ha potuto raccogliere un ricco patrimonio storico, artistico, architettonico, archivistico e documentale, un patrimonio unico da tutelare, valorizzare e da diffondere presso il largo pubblico.

Per questo si è ritenuto di lavorare in modo sempre più integrato tra le entità culturali presenti in Istituto: il nuovo Museo inaugurato nel 2016, l’Archivio storico costituito da oltre 13.000 unità archivistiche che documentano con continuità la storia dell’Ente, la Biblioteca Innocenti Library Alfredo Carlo Moro, nata su un progetto di cooperazione tra l’UNICEF e l’Istituto, con la collaborazione del Governo italiano, i centri di documentazione gestiti dall’Istituto (il Centro nazionale di documentazione ed analisi per l’infanzia e l’adolescenza e Centro regionale di documentazione della Regione Toscana).

Operare in una prospettiva MAB (museo, archivio e biblioteca) ha permesso di superare i “silos” informativi che si erano creati ed ovviare alla frammentazione del patrimonio culturale. La direzione intrapresa è quella di creare un ecosistema di relazioni nella logica “Cross Channel” e dell’architettura informativa, capace di realizzare percorsi trasversali ai diversi canali, per rendere interconnesse le diverse aree e attività dell’Istituto, attraverso un’offerta interdisciplinare all’interno del Web e in una dimensione digitale, come se fossero, cioè, una sorta di touch-point di un unico servizio, che da qualunque punto di esso cominci l’esperienza dell’utente, questa possa proseguire in modo coerente e fluido: dai siti web, alla biblioteca, al museo, all’archivio o viceversa, senza soluzione di continuità, in un’ottica di arricchimento e diversificazione dell’esperienza di visita.

Ancor prima della pandemia che ha colpito il mondo nel 2020, l’Istituto ha cercato di avviare un processo di transizione culturale, mettendo in campo azioni e strumenti in grado di offrire una fruizione del proprio patrimonio da remoto e in forma digitalizzata attraverso:

Con la ripresa delle attività dopo la pandemia, l’Istituto intende:

– incrementare l’offerta culturale rivolta ai bambini attraverso l’organizzazione nella Bottega dei ragazzi di laboratori educativi da svolgersi finalmente in presenza;

– realizzare un percorso museale dedicato ai bambini;

– Incentivare la digitalizzazione del patrimonio documentale, in particolare dei segnali di riconoscimento, oggetti di varia natura che venivano lasciati insieme ai bambini, conservati in Archivio: oltre 42.000 esemplari ancora tutti da inventariare e catalogare;

–  implementare anche per il museo una consultazione on line della collezione storico-artistica attraverso la realizzazione di un catalogo scientifico, sul modello delle “Collezioni online”;

– sviluppare percorsi espositivi su tematiche che riguardano la storia dell’ente e i diritti dei bambini sia in presenza che digitali nella prospettiva MAB.

 

 

 

 

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