Pubblico e privato: investire nei cammini tra cultura e sostenibilità

di Manuela Bottega, Head of Communication Zurich Italia

(da LuBeC 2021, Convegno Itinerari, cammini e valorizzazione territoriale: le sfide dei nuovi turismi)

Qui rappresento Zurich, compagnia di assicurazione molto presente anche sul territorio, che ha fatto una scelta ben precisa: la nostra compagnia normalmente sceglie di non sponsorizzare con grossi interventi, ma quello che ci interessa veramente fare è andare sul territorio, quindi abbiamo fatto una scelta molto pragmatica e abbiamo analizzato quello che era il territorio italiano, cosa poteva esserci di affine ai nostri valori e alla nostra forte spinta alla sostenibilità e chiaramente a quello che è la tipicità del mondo assicurativo. Nella natura dell’assicurazione c’è l’attenzione al benessere e alla salute delle persone e abbiamo individuato nella via Francigena grandi potenzialità per questo.

Tra l’altro, apro una parentesi, vi racconto una cosa che sicuramente non sapete, nel senso che proprio approcciando questo tema dei cammini ci siamo ritrovati a cercare anche degli archivi della compagnia perché negli anni Sessanta sono stati creati in Italia, ma anche in tutta Europa i famosi percorsi vita – nei parchi, quegli attrezzi creati appunto con il legno, o comunque con dei piccoli ostacoli che funzionavano molto bene diciamo tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta. Ebbene questi percorsi vita sono stati inventati da Zurich, nel senso che la compagnia di assicurazione negli anni Sessanta decise che voleva fare qualcosa di concreto per far star bene le persone e, ovviamente avendo migliaia di agenti in tutta Europa, ha deciso sostanzialmente di affidare un percorso a ogni agente che quindi ha di fatto sponsorizzato nel suo paese o nella sua città questo percorso che si chiamano “percorsi vita” perché la compagnia del gruppo Zurich che si occupava proprio di polizze vita si chiamava “Vita” all’epoca. Questo è un piccolo aneddoto ma per dire che il tema del cammino, del benessere fisico e psicologico associato in questo caso anche al tema della cultura per noi era importante. Quindi abbiamo fatto dei confronti con il cammino di Santiago, che ovviamente ha dei numeri pazzeschi, un indotto che non possiamo neanche immaginare oggi, perché quello che auspichiamo è che la Francigena possa raggiungere quei livelli.

Dunque abbiamo capito che le potenzialità ci sono tutte, ci sono tante cose da migliorare e da implementare, anche il tema che avete citato delle infrastrutture: ci siamo imbattuti anche noi in questo, in tanti racconti di persone che si trovavano a dover fermare il percorso, deviare perché altrimenti non avrebbero saputo come tornare alla macchina, cioè cose del genere. Dunque abbiamo detto va bene, ci proviamo, investiamo in questo e ovviamente noi ci siamo affiancati all’associazione delle vie Francigene e con loro abbiamo studiato quale poteva essere un tratto dove c’era bisogno di qualcosa. C’è bisogno di tanto, però bisogna pur iniziare e abbiamo scelto il tratto del centro sud della Toscana, da Fucecchio a Gambassi. Un tratto che è stato reso ciclabile negli ultimi anni, che sta crescendo anche come numero di presenze, ma che però aveva un problema di servizi. Quello che ci hanno chiesto è sostanzialmente “aiutateci a installare dei servizi” perché sono circa 40 chilometri dove mancano le fontanelle dell’acqua ad esempio. E dunque ho un rendering di quello che stiamo facendo: questo è il tratto da noi interessato e noi con loro stiamo implementando queste strutture. Si tratta di due punti di ristoro multifunzionali che saranno installati uno verso Fucecchio e uno verso Gambassi: sono delle strutture eco compatibili, studiate insieme anche ai Comuni che dovranno gestirle perché poi saranno gestite a livello locale e avranno tutta una serie di servizi utili per il viaggiatore, quindi servizi anche moderni, perché come dicevamo prima il viaggiatore di oggi non è il pellegrino con la saccoccia in spalla e quindi c’è il wi-fi, ci sono gli attrezzi per la manutenzione della bicicletta, c’è l’attacco per la bici elettrica, l’acqua, l’ombra e sono chiaramente accessibili per i disabili. Questo ovviamente è una goccia nel mare delle vie perché noi abbiamo scelto Francigena, un piccolo tratto però volevamo fare qualcosa di concreto. Contiamo di inaugurarli in primavera. Ci crediamo e pensiamo che magari il nostro possa essere un esempio, il primo esempio che possa essere seguito anche da altre imprese private che credono nel nostro territorio. Ovviamente come dicevo prima c’è un tema molto più ampio che avete ben esposto tutti, ossia il sistema che ci sta attorno. È chiaro che tutto parte dalla legge, dalla Regione, da questo mare di associazioni, da chi ha la responsabilità per cosa, ci siamo imbattuti anche noi sul tema che chiaramente noi doniamo la struttura, poi la struttura è sul territorio, quindi è tutto un tema di volerci credere anche da parte delle amministrazioni locali e di quello che è il mondo del pubblico, di prendere delle decisioni concrete: decidiamo che la Francigena può essere il nostro cammino di Santiago? Facciamolo! Facciamo veramente delle azioni concrete.

La nostra è questa, un’altra potrebbe essere un altro privato che decide di istituire una tratta di pulmini elettrici per riportare i pellegrini alla tappa precedente. C’è anche un’altra cosa che stiamo studiando ma che faremo, siccome vogliamo anche promuoverlo, non solo installare questi punti sosta ma anche promuovere la Francigena in maniera completamente gratuita perché non è che ci guadagniamo qualcosa se i pellegrini frequentano la Francigena, ma ci guadagniamo in quanto Paese e cittadini. Abbiamo ingaggiato un fotografo toscano naturalista, che si chiama Luca Bracali, che per noi documenterà le quattro stagioni della Francigena. Anche questo è un tema che abbiamo valutato nel momento in cui abbiamo deciso di investire lì, cioè perché il cammino di Santiago viene percorso dal 1 Gennaio al 31 Dicembre e la via Francigena soltanto – adesso tranne alcuni casi chiaramente – in primavera e in estate? Non c’è una ragione specifica, non è che il camminamento non è percorribile o siamo in Alaska e quindi nel nostro piccolo abbiamo pensato che poteva essere uno strumento di promozione anche far vedere, attraverso la comunicazione sui social e sui siti le bellezze di questo tratto che abbiamo adottato, attraverso gli occhi di un bravissimo fotografo che quindi lo documenterà lungo le quattro stagioni, facendo vedere quelle che sono le bellezze della natura, ma anche le bellezze culturali dei paesi che appunto la affiancano, lungo tutto l’arco dell’anno.

Condividi su: