Come misurare la cultura?

di Roberta GhilardiSustainability Senior Consultant Deloitte

( da LuBeC 2021)

Cresce la consapevolezza del ruolo che la cultura assume per lo sviluppo sostenibile, grazie alla sua capacità di generare valore aggiunto per la società, sia in termini monetari, sia non monetari. Il settore culturale genera infatti impatti economici ed occupazionali di tipo diretto, indiretto e indotto[i], ma favorisce anche la promozione dalla diversità[ii], contribuendo a coesione ed inclusione sociale[iii]. Gli investimenti in cultura risultano quindi fondamentali per rispondere alle esigenze delle persone, soprattutto in ottica di ripresa dalla recente crisi socioeconomica causata dalla pandemia.

Sotto questo aspetto, ben si inseriscono recenti misure governative nazionali e sovranazionali, tra cui i quasi €6,7 miliardi complessivamente stanziati per il sistema turistico e culturale del nostro Paese nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) italiano e del Piano strategico Grandi attrattori culturali nel Fondo Complementare[iv].

L’allocazione di fondi alla cultura non può tuttavia prescindere dalla creazione di strumenti per il monitoraggio degli obiettivi raggiunti rispetto a quanto prefissato, nonché per il continuo miglioramento ed indirizzo per il futuro. In occasione del Programma di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21, grazie al contributo di Deloitte (fornitore ufficiale del Programma), è stata ideata un’innovativa metodologia per il monitoraggio, la misurazione e la rendicontazione degli impatti sociali, ambientali e di governance generati dalla cultura.

Fine ultimo della metodologia è la pubblicazione di una vera e propria Rendicontazione che possa illustrare a tutti i portatori di interesse (gli “Stakeholder”) le attività realizzate, i risultati raggiunti e gli impatti generati. La metodologia, che trae ispirazione da framework riconosciuti a livello internazionale, risulta replicabile ed adattabile ad altre progettualità, rappresentando così un esempio per il monitoraggio degli impatti generati dagli investimenti in cultura.

Il processo di raccolta ed elaborazione delle informazioni è il risultato della fondamentale collaborazione tra enti dalla natura eterogenea, partendo dalle varie organizzazioni del territorio, del settore privato e delle fondazioni bancarie coinvolti nelle progettualità, passando dal settore pubblico, per arrivare al settore della consulenza, in dialogo ed al servizio della cultura nel perseguimento di interessi collettivi. La pubblicazione dei dati infine accresce la trasparenza nei confronti degli Stakeholder e costituisce un possibile stimolo agli investimenti in cultura, attivando così circoli virtuosi a favore della crescita della collettività, in termini sia economici che sociali.

[i] Impatto diretto: impatto generato dal pagamento diretto da parte delle organizzazioni di salari/stipendi/provvigioni, tasse e profitti reinvestiti e dalla diretta attivazione di posti di lavoro; impatto indiretto: generato nel sistema economico ed occupazionale attraverso la catena produttiva formata dai fornitori di beni e servizi di attività direttamente riconducibili al perimetro analizzato; impatto indotto, generato attraverso le spese, i consumi e i posti di lavoro indotti dall’impatto diretto ed indiretto.

[ii] Committee on Culture of UCLG, Culture in the Sustainable Development Goals: a Guide for Local Action, 2018.

[iii] UNESCO, Culture for the 2030 Agenda, 2018.

[iv] Ministero della Cultura, CULTURA – Next Generation EU – Recovery and resilience plan, 2021, https://www.governo.it/sites/governo.it/files/PNRR_CULTURA.pdf.